La spazzatura elettronica (e-waste) è un rifiuto speciale, e come tale va trattato. Nell'epoca digitale, e con l'avvento soprattutto del nuovo digitale terrestre, i rifiuti analogici sono in crescente aumento: computer vecchi, televisioni pre-HD, telefonini e fax oramai stanno progressivamente uscendo dalle nostre case, per entrare nelle nostre discariche.
Ma, e chi non lo sa alzi la mano, il rifiuto tecnologico è un rifiuto speciale: deve quindi essere portato nella discarica comunale, dove può essere gratuitamente essere abbandonato all'interno del container dedicato. Al contrario, immagini come queste (scattata oggi 5 dicembre 2009 alle Pozze) non dovrebbero ripetersi, perché così facendo, si condannano i televisori a marcire all'interno delle discariche, dove rilasciano una quantità impressionante di inquinanti.
La speranza, comunque, deve essere la nostra compagna: speriamo che i rifiuti che portiamo in discarica facciano davvero la fine che meritano (cioè, riciclati); perché basta cercare sul sito di greenpeace per trovare immagini davvero preoccupanti.
Quello che accade, in soldoni, è questo: le navi container che arrivano dalla Cina sono piene di merci per la civile Europa e per gli USA, ma poi devono tornare vuoti in patria. Allora, i commercianti di rifiuti tecnologici, che fiutano l'affare, acquistano ad un prezzo molto basso il trasporto dei rifiuti dal "primo mondo" al "terzo mondo" (perché altrimenti i container viaggerebbero a vuoto), e la patata bollente è così scaricata ai paesi lontani e indifesi. Basti pensare che in praticamente tutta l'Africa ci sono leggi che vietano la donazione di computer e quant'altro: infatti, sottoforma di donazione, arrivavano da loro i nostri rifiuti.
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