venerdì 17 dicembre 2010

Garda Uno, inizia il processo

"Nell'azienda non c'era nessuno con le competenze necessarie per interpretare le variazioni dei dati delle analisi e in grado, quindi, di capire il rischio che stava correndo l'intera cittadinanza continuando a bere l'acqua del rubinetto". Questa sostanzialmente la causa dell'intossicazione di massa a San Felice del Benaco, fatto che ha portato ieri per la prima volta i vertici di GardaUno in tribunale.

Così ieri la procura di Brescia ha chiesto che siano giudicati il presidente Mario Bocchio (Sindaco di Lonato), il direttore generale Franco Richetti ed il dirigente generale Mario Giacomelli. Si sono presentati come parte civile 23 cittadini che sporsero denuncia, il comune di San Felice stesso, altre persone intossicate che non denunciarono, più gli albergatori ed i ristoratori del comune. Il giudice ha rinviato tutto alla prossima udienza, che si terrà il 13 gennaio 2011.

Gravi le accuse. Secondo il PM (Pubblico Ministero) i batteri ebbero vita facile a causa dell'incuria dell'acquedotto, che non era mantenuto adeguatamente. La proliferazione maggiore si ebbe nei filtri a lago, aiutati dalla presenza di sabbia; la percentuale di cloro immessa nel circuito era troppo bassa per poter risolvere la questione. Mancava anche un trattamento contro le tossine prodotte dalle alghe.

I reati che saranno perseguiti sono l'epidemia colposa e le lesioni colpose. Quel giorno (QUI), più di 1500 persone furono intossicate dall'acqua dei rubinetti, con un danno alla salute enorme, più il danno d'immagine che portò ad una stagione turistica difficile, con conseguente danno economico per tutti gli operatori nel settore.

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